2.1 Perché Boltanski
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LA SCELTA: L'INTRECCIO TRA L'ARTISTA E LA MIA FORMAZIONE
Questo paragrafo introduce la storia di Christian Boltanski e il suo lavoro sul ricordo;
racconta inoltre la storia dell'artista nel momento in cui si è intrecciata con la mia formazione.

Christian Boltanski è un artista contemporaneo, nato a Parigi nel 1944, che si è lentamente avvicinato all’arte concettuale, ed in particolare alla Narrative Art, una forma d’arte basata sul racconto, realizzata da diversi artisti dagli anni settanta ad oggi, e con diversi mezzi, tra cui immagini fotografiche, scritti e didascalie, video e performance, che richiamano riflessioni e pensieri attinenti al rapporto tra immagine e racconto. In particolare essi affidano al mezzo fotografico e alla parola il senso delle loro opere, che si costituiscono di racconti e libere associazioni basati sull’uso della memoria e accompagnati da immagini visive, dalle quali sorgono considerazioni e meditazioni sul senso del tempo, nelle quali gli artisti si interrogano sull’esistenza e sui fantasmi della memoria.
Qui il mondo dell’arte e del visivo si incontra con la narrazione e il racconto di sé, generalmente attinenti alle scienze umane e alla letteratura, proponendo riflessioni interessanti attraverso modalità diversificate, che richiamano la vita e l’incedere del tempo che ne segna incessantemente il destino: diventare ogni istante ricordo.
Boltanski si inserisce in questa corrente con un lavoro di riflessione sul ricordo e sul valore della memoria come fattore narrativo e costruttivo della realtà, attraverso la forma del simbolo e della fotografia che egli utilizza allo scopo di alludere a quei vissuti che ora non sono più.
Ho avuto l’occasione di incontrare l'opera di Boltanski all’inizio di una ricerca intrapresa durante il corso dei miei studi artistici e che intendo proseguire con questo progetto. Un approfondimento sul tema dei ricordi, un lavoro che muove dalla fotografia e si propone di riflettere sugli oggetti che ci appartengono e che ci danno la conferma della nostra appartenenza al mondo, nonché sui ritratti di persone che ritroviamo in immagini in bianco e nero, testimonianze di ciò che è stato; tutti i lavori eseguiti, perlopiù bassorilievi realizzati attraverso la sovrapposizione di garze bianche su fondi scuri, mi hanno portato oggi ad una riflessione sulla necessità insita in ogni uomo di lasciare una traccia del proprio passaggio e della propria presenza nel mondo.


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